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L'Associazione umanitaria Maniverso Onlus che aiuta i bambini della Sierra Leone in Africa ci invia queste drammatiche parole scritte da un missionario che opera in quei luoghi. Esse riguardano la vicenda di un bimbo di due anni con un tumore inguaribile ad un occhio. La situazione ci ha commossi ma anche ha evidenziato come il fine vita ed il lutto ci uniscano tutti in una rete, un network di dimensioni planetarie. Questo ci fa comprendere quanto sia importante continuare ad affrontare tali concetti.
…io ci sto soffrendo molto per il bambino, la giovanissima mamma che si sta dedicando a lui in modo eroico
e per il …fratello della mamma che sta soffrendo insieme a loro.
Ho detto loro qual è il destino del bambino …ieri sono venuti qui e il bambino sanguinava dall’occhio in modo
impressionante….per me era difficile stargli vicino, ho dovuto farmi notevole forza. Loro due invece se lo
curavano e pulivano con gesti di tenerezza infinita… se il paradiso non è per loro….
Comunque li seguo, ho dato loro un po’ di soldi , li ho consigliati di non uscire di casa, di aspettare con
serenità e fede la morte del bambino, li andremo a trovare di tanto in tanto e li aiuteremo
economicamente…
Che altro fare? È una situazione che porta alla preghiera e anche ridimensiona tante attese umane…non è
la prima, non sarà l’ultima, ma ogni volta è sempre nuova e genera domande senza risposta e senso di
impotenza insostenibile. Mi pare sempre alla fine di abbandonare a se stesse queste persone….mi era
venuto in mente di ospitarli da me, ma lo posso fare? Per far sentire loro costante una presenza che vuole
loro bene e vuole in certo senso condividere la loro sofferenza…un esserino di due anni con un occhio
mostruoso, nudo, seduto sulle ginocchia in mezzo ad una stanza che invoca pian piano “mamy, mamy” e la
mamma seduta per terra sporca del sangue del figlio che piange e lo guarda. Mi ha colpito la fragilità del
bambino inerme e lo sguardo impotente, pieno di amore della mamma che lo chiamava per nome…Una
scena incredibile piena di tenerezza e di dolore…poi se ne sono andati loro al loro continuo tormento e io
alle mie faccende…
E allora…quando ti capitano situazioni del genere ne hai di che meditare e pregare e se ti credi chissà chi,
vedi subito che non sei capace di far niente per una situazione così dolorosamente assurda, ti senti preso da
tutta la tua debolezza e insignificanza…e allora ti chiedi ma che cavolo ci sto a fare? E tanti altri pensieri
che li accogli solo andando in chiesa e cercando di calmarti anche se non hai risposte e non le cerchi perché
è così e basta.