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E' dal 1992 che Eluana "dorme": da quel mattino del 18 gennaio, quando la ragazza viene ricoverata a Lecco in coma profondo per un gravissimo trauma cranico riportato in un incidente stradale. Come se non bastasse, la frattura della seconda vertebra cervicale la condanna quasi sicuramente alla paralisi totale. Ma sul momento la cosa più urgente, per i medici, è strappare la ragazza dalla morte. Per questo motivo viene intubata e le vengono somministrati i primi farmaci. I due rianimatori fanno capire chiaramente ai genitori che in questi casi non resta che attendere il decorso delle successive 48 ore, per vedere come reagisce Eluana. Niente, la ragazza continua a vegetare. Dimessa dalla rianimazione nell'aprile 1992, viene portata in un altro reparto dell'ospedale di Lecco, dove è sottoposta a una serie di stimoli, nella speranza di un sempre più improbabile "risveglio". Intanto il padre Beppino, consigliato dal primario del reparto di rianimazione Riccardo Massei, chiede un consulto a vari specialisti. Ma il verdetto è sempre lo stesso: bisogna aspettare. Il lavoro che stanno facendo all'ospedale di Sondrio - dove Eluana viene trasferita nel giugno 1992 - è ineccepibile. In realtà la speranza si riduce ben presto a zero.
Infatti dopo dodici mesi è possibile fare una diagnosi definitiva e sicura di stato vegetativo permanente, ossia irreversibile. La regione superiore del cervello (corteccia), compromessa come nel caso di Eluana da un trauma oppure da un'emorragia, va incontro a una degenerazione definitiva. E con essa tutte le funzioni di cui è responsabile: dall'intelletto agli affetti, e più in generale alla coscienza.
Ed ecco come vive ancora oggi Eluana: i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l'intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto.
Commenta Carlo Alberto Defanti, primario del reparto di neurologia dell'ospedale Niguarda di Milano, che ha visitato Eluana alcuni anni fa: "Malgrado non soffra direttamente per il suo stato, dovrebbe essere chiaro a tutti che la sua condizione è priva di dignità. Di lei rimane un corpo privo della capacità di provare qualsiasi esperienza, totalmente nelle mani del personale che la assiste. La sua condizione è penosa per coloro che la assistono e che hanno ormai perduto da tempo la speranza di un risveglio e per i suoi genitori, che hanno perso una figlia ma non possono elaborarne compiutamente il lutto".
Eluana, repinto l'ultimo ricorso
"Si può staccare il sondino"
Decisione sul ricorso della procura di Milano contro la sentenza che dava via libera allo stop all'alimentazione
ROMA - La Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Milano e quindi l'alimentazione e l'idratazione può essere legalmente sospesa a Eluana Englaro. La Suprema Corte ha accolto la richiesta del procuratore generale che chiedeva l'inammissibilità del ricorso della procura del capoluogo lombardo contro la Corte d'appello di Milano, la quale aveva concesso lo stop all'alimentazione della donna (oggi 37enne) in coma irreversibile da quasi 17 anni.
IL PADRE - "È la conferma che viviamo in uno stato di diritto", ha commentato il padre di Eluana, Beppino, appena conosciuta la decisione delle Corte di Cassazione.
STOP ALIMENTAZIONE A GIORNI FORSE A UDINE - Potrebbero cominciare entro pochi giorni in una delle strutture già individuate, una delle quali a Udine, le procedure per staccare l'alimentazione a Eluana Englaro. Lo ha detto il professor Carlo Alberto Defanti, il neurologo che ha in cura da anni la donna. "Di sicuro non sarà in Lombardia", ha precisato il medico riferendosi alla presa di posizione della Regione, che aveva reso noto che non avrebbe messo a disposizione strutture né personale. "Tutto avverrà come minuziosamente aveva stabilito la Corte d'appello di Milano".
"STRAORDINARIA TENSIONE VERSO LA LIBERTÀ" - Nelle 21 pagine di motivazioni con le quali confermano il diritto di Eluana Englaro, in coma da 17 anni, a non essere più tenuta in vita artificialmente, le sezioni unite civili della Cassazione sottolineano come la Corte di appello di Milano abbia valutato in maniera corretta ed esaustiva la "straordinaria tensione del carattere di Eluana verso la libertà". Ad avviso dei supremi giudici, la Corte di Milano nel valutare questa "particolare e dolorosa vicenda", ha con chiarezza evidenziato "la inconciliabilità della concezione (di Eluana) sulla dignità della vita, con la perdita totale e insuperabile delle proprie facoltà motorie e psichiche e con la sopravvivenza solo biologica del suo corpo in uno stato di assoluta soggezione all'altrui volere, tutti fattori che appaiono prevalenti su una necessità di tutela della vita biologica, in sè e per sè considerata".
"EUTANASIA" - Numerose le polemiche sollevate dalla decisione dei Supremi giudici: il centrodestra e il Vaticano (quest'ultimo attraverso monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia della vita) condannano la sentenza, sostenendo che essa è "condanna a morte" e che autorizza "in pratica l'eutanasia". La Cei sottolinea inoltre l'urgenza "di riflettere sulla convenienza di una legge sulla fine della vita, dai contenuti inequivocabili nella salvaguardia della vita stessa, da elaborare con il più ampio consenso possibile da parte di tutti gli uomini di buona volontà".
13 novembre 2008
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