Ratzinger ai medici: non abbandonate i malati inguaribili - Desistenza Terapeutica Italia - Associazione Italiana per le Decisioni di Fine Vita

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Ratzinger ai medici: non abbandonate i malati inguaribili

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CITTÀ' DEL VATICANO — Chi decide sulle cure mediche? Né il medico né il malato da soli ma i due in un rapporto di «mutua fiducia» mirato a realizzare una «alleanza terapeutica» all'interno della quale si programmeranno «interventi salvavita» o ci si accontenterà di «mezzi ordinari»: l'ha affermato il papa in un discorso alla Società italiana di Chirurgia mirato a difendere il rapporto medico-paziente da «qualsiasi tentativo di intromissione dall'esterno». A che pensa Benedetto XVI quando invita a «guardare con sospetto» le «intromissioni» nelle decisioni che il paziente prende con il medico? Non lo ha detto, ma appare chiara la preoccupazione che la legge sul testamento biologico non contenga troppe norme e non stabilisca automatismi che esautorino il medico. «E' innegabile — ha detto il papa—che si debba rispettare l'autodeterminazione del paziente, senza dimenticare però che l'esaltazione individualistica dell'autonomia finisce per portare a una lettura non realistica e certamente impoverita della realtà umana». «Rilevanza primaria» dovrà avere la «relazione di mutua fiducia» tra i due: sulla base di «stima reciproca» e «condivisione degli obiettivi» sarà «definito il piano terapeutico». I medici, però, non devono cedere alla tentazione di «abbandonare il paziente quando si avverte l'impossibilità di ottenere risultati»; se la guarigione non è più prospettabile, ha detto il papa, «si può alleviare la sofferenza del malato e accompagnarlo nel suo canunino». Ieri, infine, l'Osservatore Romano, citando la rivista Metabolism, ha scritto che il feto ha gusti propri e sente le voci.

Luigi Accattoli

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